A conti fatti. La storia e la memoria dell'economia

<p>Le ferrovie hanno accompagnato la storia dell&#39;unit&agrave; nazionale fin dagli albori. I binari hanno reso concreta la geografia politica italiana, collegando territori divisi da secoli, favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze, creato opportunit&agrave; di lavoro e di mobilit&agrave; sociale. I treni e le stazioni hanno anche contribuito a plasmare una nuova identit&agrave; collettiva, fatta di viaggi, incontri, pendolarismi, emigrazioni, ritorni. Tutti elementi che ritroviamo rappresentati nella mostra aperta al pubblico il 7 novembre 2025 fino all&#39;11 gennaio 2026, dal titolo &quot;<strong>Le ferrovie d&#39;Italia 1861-2025, dall&#39;unit&agrave; nazionale alle sfide del futuro</strong>&quot;, promossa e organizzata da VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo FS Italiane, nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia. L&#39;iniziativa si inserisce nelle celebrazioni per i 120 anni dalla fondazione delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905. Il Gruppo FS oggi conta oltre 96.000 dipendenti, opera nei settori del trasporto ferroviario, stradale, della logistica, delle infrastrutture, della rigenerazione urbana e dei servizi tecnologici. In cinque anni &egrave; previsto un investimento di oltre 100 miliardi di euro in cinque anni, con l&#39;obiettivo di rafforzare la resilienza delle infrastrutture ferroviarie e stradali, migliorare la qualit&agrave; del servizio, completare opere strategiche e promuovere una mobilit&agrave; sempre pi&ugrave; sostenibile e intermodale.&nbsp;</p><p>Del ruolo delle ferrovie nella storia del nostro paese parliamo con la<em> curatrice della mostra <strong>Edith Gabrielli</strong>, Direttrice Generale del VIVE.</em></p>

<p>In difformit&agrave; dalle rappresentazioni delle citt&agrave; che si basano sulle loro caratteristiche tangibili, come le caratteristiche degli edifici, delle strade, dell&#39;organizzazione degli spazi, le citt&agrave; intermedie presentano alcune peculiarit&agrave;: mettono in luce il tema dell&#39;agire sociale, in cui si dispiegano le relazioni tra persone e dove prende forma l&#39;intreccio tra organizzazione economica e processi istituzionali, dinamiche politiche, sociali e culturali. Tutte osservazioni contenute nel secondo rapporto pubblicato da <strong><em>Franco Angeli</em></strong> e messo a punto dall&#39;Associazione Mecenate presentato a Roma nella sede di Unioncamere il 27 novembre 2025, dal titolo <strong>&quot;L&#39;Italia policentrica, il fermento delle citt&agrave; intermedie&quot;</strong>. Ne parliamo in compagnia di <em><strong>Ledo Prato</strong>, segretario generale di Mecenate 90.</em></p>

<p>Le piccole e medie imprese rappresentano il cuore del tessuto produttivo del nostro paese e sono una componente essenziale dell&#39;economia nazionale, sia in termini di occupazione che di contributo al prodotto interno lordo. Il sistema creditizio resta prevalente nell&#39;universo delle piccole e medie imprese, ma si sta ora affermando anche la cosiddetta finanza innovativa. Il tema &egrave; stato al centro lo scorso 20 novembre a Milano del Finance Day Italia 2025, evento durante il quale &egrave; stato presentato l&#39;8&deg; Quaderno di Ricerca &quot;La Finanza Alternativa per le PMI in Italia&quot;, realizzata dal Politecnico di Milano con il supporto di Innexta, Corporate Financial Advisor del Sistema Camerale italiano. Un&#39;occasione per fare un punto sulla situazione attuale della finanza complementare per le piccole e medie imprese in Italia. Ne parliamo con Danilo Maiocchi, Direttore Generale di Innexta.</p>

<p>Catene del valore, dazi, triangolazioni commerciali, sanzioni finanziarie, multinazionali, infrastrutture digitali, dati: tutto si muove oggi sullo scenario globale in uno scacchiere composito, percorso da linee invisibili. Confini normativi che attraversano gli spazi della globalizzazione delimitando gli ambiti di ci&ograve; che &egrave; o non &egrave; lecito. Di questi confini si occupa il libro <em>pubblicato da Egea</em> dal titolo <strong>&quot;Linee invisibili, geografie del potere tra confini e mercati&quot;</strong>. Un libro che - come scrive <strong><em>Giampiero Massolo&nbsp;</em></strong>nella prefazione- indaga proprio sul mondo delle regole nel quale &egrave; quanto mai necessario sapersi orientare proprio in un momento storico come l&#39;attuale nel quale il diritto internazionale non appare in grado di contrastare efficacemente la tendenza prevaricatrice degli interessi dei singoli Stati. <em>La puntata ospita l&#39;autore <strong>Luca Picotti</strong>, giurista, avvocato e saggista, membro dell&#39;Osservatorio Golden Power. </em></p>

<p>&Egrave; una delle pi&ugrave; prestigiose e autorevoli istituzioni del nostro paese e tuttavia si ha l&#39;impressione che il suo ruolo e i compiti che svolge, se pur in contesti profondamente mutati dal lontano 1893, anno della sua fondazione, non siano del tutto noti al grande pubblico. Lo sono certamente per gli addetti ai lavori. Stiamo parlando della Banca d&#39;Italia, che &egrave; una Banca sui generis perch&eacute; &egrave; parte integrante del sistema europeo delle banche centrali, quindi nulla a che vedere con le banche commerciali il cui compito precipuo &egrave; raccogliere il risparmio ed erogare credito a famiglie e imprese. &Egrave; una banca centrale che formalmente &quot;appartiene&quot; (per cos&igrave; dire) a circa 170 fra istituzioni di previdenza, banche e assicurazioni, fondazioni, ciascuna delle quali non pu&ograve; possedere pi&ugrave; del 5% del capitale. Con quale funzione prevalente oltre alla vigilanza sul sistema bancario? Ne parliamo grazie a un interessante libro appena <em>pubblicato da Laterza,</em> dal titolo <strong>&quot;Vi racconto la Banca d&#39;Italia&quot;.</strong> <em>L&#39;autore &egrave; <strong>Salvatore Rossi</strong></em> che &egrave; stato per ben 43 anni in Banca d&#39;Italia fino a diventarne direttore generale e presidente dell&#39;Istituto per la vigilanza delle assicurazioni dal 2013 al 2019.</p>